L’elezione di Schlein alla segreteria del PD, ha portato entusiasmo fra tanti terzopolisti. Perché? Perché sono convinti che ora, finalmente, si sia aperto lo spazio, le famose praterie, per l’affermazione di una sinistra riformista. Costoro pensano che questo serva al Paese e che questo, fondamentalmente, debba essere il terzo polo. La gran parte di loro sono ex-PD che considerano questa presunta riscossa della sinistra riformista, alla stregua di una rivincita.
Così fra loro torna di moda l’idea di rappresentare in fondo la vera sinistra, quella riformista appunto, ma torna di moda anche quella cultura del nemico, incentrata sul “pensiero contro”, tanto cara alla sinistra. Il nemico oggi é Meloni. Così, alla faccia dell’equidistanza, ci si riscopre pasdaran e pasionarie e si sfila entusiasti a Firenze nel tripudio di bandiere rosse. Così la questione dei migranti, diventa il nuovo pretesto che fa da collante del nuovo “anti”, l’antimelonismo. Con il suo intervento, nel quale sfoggia un’arte oratoria meritevole di menzione, arte che nobilita un Parlamento normalmente un po’ sciatto, Renzi lancia un messaggio politico: la questione dei migranti é la battaglia di una “sinistra umanitaria” che può fare breccia nel PD di Shlein e spalancare le porte di accesso alle famose praterie.
In realtà, la questione dei migranti, con destra e sinistra c’entra nulla: semmai la libera circolazione delle merci e delle persone é un principio liberale, non socialista, così come i veri esperti di muri sono in effetti i regimi comunisti. Guardiamo in Europa. Il governo di centro-destra di Merkel non si é certo distinto per chiusura sul tema dell’immigrazione. Allo stesso modo, il governo socialista di Zapatero (ricordate lo spettacolo di Sabina Guzzanti, Viva Zapatero?) non si certo distinto per apertura sul tema. Ricordiamo le parole del Ministro Corbacho: “Saremo inflessibili con gli illegali: sono cambiate le circostanze e bisogna capirlo. Non perseguitiamo i clandestini, ma l’immigrazione deve essere legale e regolare. Se no si danneggia lo stesso immigrato, che non arriverà mai ad avere diritti. Non è che perché una clandestina sia incinta deve avere il diritto alla regolarizzazione e a non essere espulsa. Mi dispiace, ma se così fosse ci sarebbero donne che si farebbero mettere incinte apposta”.
Il tema dell’immigrazione é un tema trasversale sul quale ricercare una soluzione bipartisan, soluzione che, lo sanno tutti, non può che essere volta a contrastare trafficanti e scafisti e favorire i canali legali. Per fare ciò, é necessario un poderoso sforzo diplomatico straordinario che può avere successo solo se condotto sul piano europeo. Tale sforzo diplomatico deve essere associato a un efficace piano volto a una pacifica e proficua integrazione. Se no, si riesce a fare al massimo ciò che fece nel 2018 il Ministro Minniti: contrastare le ong e favorire il lager libici. Certo che si riduce il flusso, ma a che prezzo? Ricordiamo le parole di Renzi al riguardo: “Se oggi gli sbarchi sono quello che sono (diminuiti drasticamente ndr), il Partito democratico non ha alcuna remora a dire grazie al ministro dell’Interno e al governo per il lavoro straordinario che è stato fatto”.
Ma invece che lavorare a una soluzione bipartisan, si contrappongono slogan: da un lato si promette di spezzare le reni agli scafisti, dall’altro si continua a pensare che la soluzione consista nel posizionare le ong ai confini delle acque territoriali libiche a raccattare naufraghi da portare in Italia e mettere davanti a una Coop a chiedere l’elemosina.
Ha ragione Renzi, il terzo polo deve spezzare il tifo da curve dello stadio, ma per farlo, non deve sventolare il valore dell’umanità, valore ovviamente di per sé condivisibile, ma in effetti vuoto perché non discriminante: qualcuno teorizza forse che bisogna essere disumani? Diciamolo, é un po’ come il valore dell’onestà di grillina memoria, anch’esso ovviamente condivisibile in astratto, ma vuoto perché non discriminante: qualcuno teorizza che sia giusto essere disonesti? Non c’è bisogno della sinistra umanitaria, c’è bisogno di soluzioni, esse sì difficili perché, esse sì, segnano inevitabili discrimini. Il terzo polo pensi a come condizionare in senso liberale l’azione (più che sgangherata) del governo, non a come creare il collante ideologico contro il nuovo nemico.
Se i migranti finiranno per essere il pretesto per affermare la “sinistra umanitaria” e conquistare così parte dell’elettorato pd, posizionando il terzo polo nell’area della sinistra riformista, esso si ritaglierà uno spazio (una piccola radura, non le praterie), ma si auto-condannerà a una sostanziale irrilevanza.