Non sopporto più la retorica dell’antifascismo. Chi sono gli antifascisti? Come si comportano?
Sono figlio di un Partigiano. Nome di battaglia: Mino. Combatté sulle alture dell’entroterra del levante ligure. Della sua esperienza partigiana, racconta in un delizioso librino, Quaderno di un Partigiano, che scrisse qualche tempo fa, ormai quasi ottuagenario. Dopo la liberazione l’ANPI di Genova lo guardò con sospetto in quanto di famiglia socialista e non propenso ad accettare il falso storico secondo cui i partigiani erano perlopiù comunisti e l’egemonia che ne derivava. Fu etichettato come social-fascista e cacciato dall’ANPI. Così si comportarono con lui gli antifascisti.
Mia mamma fu profuga istriana. Per fuggire alle foibe dei partigiani del maresciallo Tito, adolescente, lasciò la sua terra coi genitori, approdando a Genova dove appunto conobbe mio padre. Di famiglia sinceramente e saldamente democratica, visse con l’etichetta di “fascista” in quanto profuga istriana. Così si comportarono con lei gli antifascisti.
Durante la mia giovinezza , studente di sinistra, sono stato testimone dell’antifascismo militante: molte teste spaccate e diverse persone uccise, ma “il compagno Tito ce l’ha insegnato, uccidere un fascista non é reato”. Così ho visto comportarsi gli antifascisti.
Oggi nelle università e non solo, da molti é considerato normalissimo (o comunque comprensibile) impedire a personalità di destra di parlare e agli studenti di destra di manifestare. Nessuno muove un dito. Ma se c’é una scazzottata dove le vittime sono di sinistra, allora si mette su il can can. Così si comportano, oggi, gli antifascisti.
Appena governa qualcuno senza l’appoggio della sinistra, sia Berlusconi o sia Meloni, si grida al pericolo fascista e l’urgenza diventa defascistizzare, un po’ come (mi si passi l’ardito parallelismo) per Putin é urgente denazificare. Così si comportano gli antifascisti.
Ogni 24 marzo si onorano le vittime delle Fosse Ardeatine ad opera dei soldati nazisti. Allo stesso modo, ogni 10 febbraio si onorano le vittime delle foibe ad opera dei partigiani comunisti slavi. La prima ricorrenza è considerata sacra e, giustamente, nessuno può permettersi di discuterla. La seconda ricorrenza è invece tuttora accompagnata da una grandinata di distinguo, j’accuse, richieste di “contestualizzazione”, “si, ma” e “si però”. Così si comportano gli antifascisti.
Ma è davvero così difficile onorare senza se e senza ma ogni 24 marzo le vittime delle Fosse Ardeatine e ogni 10 febbraio le vittime delle foibe? È davvero così difficile condannare gli orrori prodotti dal fascismo e dal comunismo? Sì, in Italia è difficile: se ti definisci anti-comunista, sotto sotto, inevitabilmente, sei un po’ fascista. Sì perché in fondo, secondo molti antifascisti, il comunismo sarebbe anche una buona idea, é che é stata applicata male, quindi i regimi comunisti in realtà cosa sono? Ma sono fascisti, ca va sans dir. Per questo Bellanova, in rappresentanza di Italia Viva, partecipa alla manifestazione di Firenze nel tripudio di bandiere rosse “contro ogni fascismo”. Così si comportano gli antifascisti.
L’ossessione nei confronti del nemico e l’identificazione degli avversari politici col nemico, é fondamento di ogni totalitarismo. Per questo sostengo che l’atteggiamento politico con cui si pratica l’antifascismo, é di stampo totalitario.
Per chi bazzica il cosiddetto terzo polo, é venuto il momento di definirsi “democratici e liberali”, quindi, per definizione, distanti da “ogni totalitarismo” e rompere con questo uso orrendo dell’antifascismo.
