I recenti avvenimenti politici in ordine alla formazione del nuovo governo e l’espressione delle diverse posizioni politiche, mettono in evidenza come su gran parte dei temi sul tappeto, il conflitto fra destra e sinistra corrisponda alla disputa fra facce della stessa medaglia. Sembra quasi che ci si voglia disputare la palma d’oro del più statalista.
Il sistema democratico italiano ha dunque sempre più bisogno di un’alternativa liberal democratica al bi-populismo. La missione del cosiddetto terzo polo sembra essere proprio questa. Si, ma come procedere?
L’appello a Renzi e Calenda ospitato su questo blog e sottoscritto da centinaia di terzopolisti, ha lo scopo di sollecitare in tal senso. Qualcuno, ben comprensibilmente, ci richiama all’ordine e ci suggerisce di “lasciarli lavorare”. Comprendiamo e apprezziamo questo sentimento. Anche noi, in generale, pensiamo che sia più produttivo dare una mano che non fare i facili giudici. Per quale ragione, allora, pensiamo che il senso dell’appello sia più che mai attuale?
Noi non poniamo un tema di pianificazione, non chiediamo banalmente di “stringere i tempi”, noi mettiamo in evidenza come per dare vita al partito dei liberal democratici ci siano due vie, due differenti visioni, diverse e alternative, o l’una o l’altra.
La via che sembra essere stata presa, consiste nella costituzione di una federazione fra Azione e Italia Viva, con Calenda Presidente, per poi procedere alla fusione dei due partiti. Abbiamo già messo in evidenza come la soluzione della federazione, ancorché transitoria, aggiunga ben poco valore e sia carica di rischi (in questo articolo è spiegato piuttosto precisamente), ma soprattutto vogliamo sottolineare come mettendo insieme due partitini non si ottiene un grande partito, ma un partitino unico. Si tratterebbe di un processo destinato a restare circoscritto nel perimetro piuttosto angusto dei militanti dei due partiti.
La via che proponiamo noi prevede invece il lancio di una fase costituente aperta, rivolta non già ai militanti, ma a tutti gli elettori del terzo polo ed anche a tanti che, pur non avendolo votato, lo hanno guardato con simpatia. Una fase costituente di un soggetto terzo, davvero nuovo, aperto, che non sia espressione della sommatoria dei due partiti, Azione e Italia Viva, ma prenda vita grazie a un’elaborazione originale che caratterizzi l’identità di un soggetto nato ex-novo.
Questa seconda via consentirebbe di adottare un atteggiamento politico nuovo, senza le vecchie zavorre che partiti costituiti da “ex-PD” inevitabilmente si portano dietro: il complesso della sinistra, la sindrome dell’ex, la fobia della destra (qui è spiegato più diffusamente). Renzi e Calenda sono dunque chiamati ad andare oltre loro stessi. Sappiamo di chiedere tanto, ma questo è ciò di cui ha bisogno il nostro Paese.
Condivido articolo. Ho votato Azione/Italia viva, seguo Renzi
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