Nuovo bipolarismo? La guerra accelera il processo.

Da tempo si dibatte su come lo schema destra/sinistra sia divenuto inadatto a leggere la realtà. Questa considerazione è apparsa fino ad oggi come qualcosa di astratto, di filosofico, roba per politologi insomma.

Ci voleva una guerra per sbatterci in faccia che non è così, che il superamento dello schema destra/sinistra non è un’intuizione futuristica, è al contrario ormai nei fatti.

La vicenda ucraina ci propone, di fatto, un nuovo bipolarismo, la cui rappresentazione sta tutta nell’atteggiamento dei parlamentari italiani in occasione dell’intervento del leader ucraino Zelensky. 

Una quota di italiani si sente rappresentata dai parlamentari assenti o “insinceramente presenti”, putiniani di destra e di sinistra; un’altra quota di italiani si sente invece rappresentata dai parlamentari che hanno convintamente applaudito gli interventi di Zelensky e di Draghi, liberali di destra e di sinistra. In questa divaricazione si dipana il nuovo bipolarismo.

Si tratta di una divaricazione trasversale a tutte le principali forze politiche. Ognuna, in modo più o meno plateale, vive infatti una contraddizione. Vediamole in sintesi.

Partiamo dal PD. Il PD è guidato dal leader, Enrico Letta, che più di ogni altro si è battuto per confermare la vocazione atlantista ed europeista del Paese, attraverso il sostegno al popolo Ucraino. Bene, è lo stesso PD che fino a tutt’oggi incentra la sua strategia sull’asse strategico con i 5 Stelle, è lo stesso PD che solo pochi mesi fa si batteva per Giuseppe Conte, certamente l’uomo politico più compromesso con Mosca, come unica possibile guida del governo del Paese. 

Vediamo la Lega. Da anni ci siamo abituati alle dichiarazioni d’amore da parte di Salvini nei confronti di Putin. L’allergia alle armi di cui ci parla l’uomo che da Ministro dell’Interno ha vestito tutte le uniformi militari disponibili, non è evidentemente credibile. Altrettanto si dica per l’ispirazione pacifista da parte di chi fino a ieri si è battuto (secondo me giustamente) per un ampliamento della legittima difesa della propria proprietà. Eppure la Lega nasce come movimento atlantista ed europeista, oltre che federalista. La Lega originaria, quella di Bossi, Miglio, Formentini, Pagliarini, ha nulla a che spartire con la nuova identità voluta da Salvini. 

Anche Fratelli di Italia tiene insieme due anime molto diverse, quella fascistoide che, propugnando la retorica dell’uomo forte, subisce la fascinazione di Putin e quella più rigorosa e istituzionale, che ha evidentemente prevalso in occasione della vicenda ucraina. 

Per quanto attiene il Movimento 5 Stelle, la lacerazione è di un’evidenza lampante ed è rappresentata dalla dicotomia tra Conte che cerca di tenere insieme i pezzi del peggior populismo della storia d’Italia e Di Maio che non perde occasione per smarcarsi in modo sempre più netto. 

Forza Italia si produce in un equilibrismo decisamente instabile nel perseguire ideali liberali, democratici ed europeisti riconoscendo al contempo Salvini come leader dell’alleanza che dovrebbe garantirli.

Tutte le forze politiche contano, sia pure con quote diverse, sul sostegno di elettori di ispirazione atlantista, liberale ed europeista, ma nessuna di queste forze ne ha l’esclusiva.

Per questa ragione, è oggi indispensabile mettere in campo una proposta politica rivolta a TUTTI questi elettori, indipendentemente dal voto che hanno espresso fino ad oggi. Va da sé che una proposta di questo genere squadernerebbe il quadro politico proprio perché si posizionerebbe oltre i vecchi steccati. 

I tempi, forse, sono finalmente maturati. Chi in questo quadro continuasse a proporre il campo largo progressista o l’alleanza di centro-destra, si porrebbe fuori dalla storia e dalla realtà.

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