Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. Vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente).
E Conte non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione.
Con queste parole, Grillo risponde all’ultimatum di Conte.
Si tratta di parole assolutamente condivisibili. Poi, si sa, Grillo dice e fa tutto e il contrario di tutto, ma queste parole restano perfette ed anche ispiranti per altre forze politiche.
Non solo i 5Stelle sono chiamati a interrogarsi sulle cause del proprio modesto consenso. Non solo i 5Stelle sono chiamati a interrogarsi sulle idee, progetti, visione che li caratterizzano. Quali idee forti e innovative ci raccontano? Quali progetti ci rendono visibili? Quale visione di futuro scalda i cuori di chi ci segue?
Domande cruciali per tanti.
Poi, certo, c’è il tema della leadership: chi è davvero in grado di convogliare energie verso un “futuro desiderato”? Nei 5Stelle, credo che Grillo abbia ragione, non è Conte. Egli ha avuto la sorte di guidare il governo durante la pandemia e, benché lo abbia fatto male, ciò gli ha conferito l’aurea di “capitano nella tempesta”, un capitano elegante e sobrio, affascinante per larga parte della popolazione. Si tratta di un fascino illusorio e di breve durata, ha ragione Grillo: nessuno riuscirebbe a indicare una sola idea, un solo progetto, una sola visione targata Conte.
E gli altri? Anche il tema della leadership non è esclusiva dei 5Stelle. Così in uno scenario caratterizzato da vuoto di visione, i tanti leader in pectore, anziché mettere mano a un’innovativa proposta di futuro, continuano ad agitare il fantasma delle “destre” e, di fatto, in modi più o meno differenti, replicano l’antico rito del “cartello contro”.
E le idee forti? Siamo fermi alla sostituzione del vocabolario della lingua italiana col codice penale (Ddl Zan) e al sabato fascista (inginocchiamenti obbligati).
Se Grillo compirà il suo intento di immaginare una visione davvero innovativa, oltre lo schema destra-sinistra, che non peschi qua e là nel vecchio armamentario novecentesco come troppo spesso è stato in passato, sarà ben meglio di Conte, ma, forse, anche di costoro.