Genova, 9 febbraio 2021, il Consiglio comunale approva un ordine del giorno proposto da Forza Italia per l’istituzione di un’anagrafe antifascista e anticomunista a tutela dei valori costituzionali. Si tratta di un’iniziativa ideologica, dimostrativa, strumentale e un po’ astratta che però pone un tema ancora oggi irrisolto: la condanna senza distinguo di tutti i totalitarismi.
Il PD, guidato dalla capogruppo Cristina Lodi, sceglie di astenersi al fine di salvaguardare quell’anagrafe antifascista per l’istituzione della quale si era battuto.
Apriti cielo!
Ma come si fa a equiparare fascismo e comunismo! Gran parte della sinistra si schiera indignata: proprio nei giorni della celebrazione della nascita del Partito Comunista in Italia!
Il risultato: il PD chiede scusa (sic!) e, in perfetto stile sovietico, silura la capogruppo Cristina Lodi che, in perfetto stile maoista, espone pubblicamente la sua sincera autocritica.
L’Italia è l’unico Paese del mondo libero, in cui parlare di anti-comunismo è un tabù, in cui un partito che si chiama (non solo si definisce, proprio si chiama) democratico, lancia un j’accuse contro una sua rappresentante, rea di non aver votato contro una mozione in cui non si parla solo di antifascismo, ma anche di anticomunismo. L’Italia è l’unico Paese del mondo libero, in cui se equipari i regimi fascisti a quelli comunisti, sei messo in croce.
Il dibattito appare vecchio e polveroso e lo sarebbe se non fosse che in Italia, ripeto, il nodo non è stato ancora sciolto.
Ogni 25 aprile si celebra la liberazione dell’Italia dal fascismo e immancabilmente qualcuno (pochi), da destra, sostiene che in fondo il 25 aprile dovrebbe rappresentare una giornata contro tutti i totalitarismi. No, il 25 aprile del 1945 l’Italia si è liberata dal regime fascista, non da “tutti i totalitarismi”. Allo stesso modo, ogni 9 novembre si celebra in tutta Europa la caduta del Muro di Berlino e immancabilmente qualcuno (tanti), da sinistra, sostiene che in fondo il 9 novembre dovrebbe rappresentare una giornata contro tutti i muri. No, il 9 novembre 1989 è caduto il Muro di Berlino, non “tutti i muri”, e l’Europa si è liberata dai regimi comunisti.
Ma è davvero così difficile celebrare con gioia ogni 25 aprile la liberazione dell’italia dal regime fascista e ogni 9 novembre celebrare con gioia la liberazione dell’Europa dai regimi comunisti?
Ogni 24 marzo si onorano le vittime delle Fosse Ardeatine ad opera dei soldati nazisti. Allo stesso modo, ogni 10 febbraio si onorano le vittime delle foibe ad opera dei partigiani comunisti slavi. La prima ricorrenza è considerata sacra e, giustamente, nessuno può permettersi di discuterla. La seconda ricorrenza è invece tuttora accompagnata da una grandinata di distinguo, j’accuse, richieste di “contestualizzazione”, “si, ma” e “si però”. Chi la celebra, onora le vittime, ma ben difficilmente osa pronunciare i termini comunismo e anticomunismo. È un tabù anche per un partito come Italia Viva che, pur nascendo con l’intento di affermare una sinistra moderna e riformista, il coraggio di definirsi anticomunista non ce l’ha.
Ma è davvero così difficile onorare senza se e senza ma ogni 24 marzo le vittime delle Fosse Ardeatine e ogni 9 novembre le vittime delle foibe? È davvero così difficile condannare gli orrori prodotti dal fascismo e dal comunismo? Sì, in Italia è difficile.
Si parla tanto di polo liberal-democratico. Una delle condizioni perché esso prenda vita, è certamente lo sgretolamento di questo tabù. Il polo liberal-democratico dovrà usare il linguaggio del pro più che dell’anti, ma se proprio sarà necessario definirsi anti-qualcosa, allora dovrà definirsi, come si fa nel resto d’Europa, tanto fieramente antifascista quanto fieramente anticomunista.