Si parla in questi giorni dell’invito a partecipare alla Festa dell’Unità rivolto al Ministro Di Maio. Dietro questo invito, è fin troppo ovvio, si malcela l’illusoria volontà di rompere il fronte pentaleghista facendo leva sulle presunte differenze ideali tra l’anima leghista e quella pentastellata.
Contestualmente a ciò, il segretario del PD Martina propone la costruzione del fronte socialista mediterraneo come antidoto ai movimenti populisti.
Cos’hanno in comune queste due proposte? Sono entrambe prigioniere del vecchio paradigma politico fondato sullo schema destra/sinistra e sulle conseguenti illusioni che la maggioranza di governo si incrini facendo leva sull’anima “di sinistra” dei cinquestelle e che i populismi si fermino con una nuova affermazione del socialismo.
In realtà, la maggioranza di governo non nasce da una difficile e tormentata mediazione tra forze mosse da orientamenti differenti. Nasce al contrario sulle solide basi di una cultura politica comune e riconoscibile, in gran parte determinata dalla grillizzazione della Lega, cioè dall’impasto di nazionalismo e populismo in un unico “pensiero contro”. Si tratta di una vera cultura politica, con una sua indiscutibile unità, ma capace di attrarre elettori storicamente orientati tanto a destra quanto a sinistra ed è proprio questo tratto a renderla compatibile con il nuovo paradigma politico.
Pensare di costruire l’alternativa alla cultura politica pentaleghista restando nell’ambito della cosiddetta “sinistra” è semplicemente antistorico.
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