Per contrastare il cosiddetto populismo, i reduci della vecchia epoca non servono

Oggi, 25 aprile, è la festa della liberazione dal nazi-fascismo. Ero a Milano, in piazza Duomo. Ho visto persone sfilare con bandiere con sigle sindacali e bandiere rosse, cantando Oh bella ciao.

Capisco che per molti rappresenti una bella esperienza. Capisco che di fronte all’affermazione elettorale del centro-destra a traino leghista, questo tipo di manifestazione possa anche rappresentare una boccata d’ossigeno.

La sensazione che ha trasmesso a me è molto diversa: polveroso vecchiume in parata.

L’epoca 4.0 e i nuovi paradigmi che porta con sé, ha visto la nascita e poi l’affermazione, del M5S, unica forza politica che parla il linguaggio della nuova epoca. È imprescindibile per la qualità (e la sopravvivenza) della democrazia italiana che si affermi una forza che, al pari del M5S parli il linguaggio della nuova epoca, ma, contrariamente al M5S, veicoli un impianto ideale positivo, ottimista, consapevole, alternativo al ribellismo adolescenziale e al facile complottismo pentastellato.

Il nuovo squadrismo non è quello dei nostalgici del ventennio, è quello di Grillo & C. Di fronte a questo nuovo squadrismo, questa volta perlopiù digitale, pensiamo davvero che sia utile e adeguato l’antifascismo delle bandiere rosse? Io no, non lo penso proprio.

Non si tratta di organizzare una nuova resistenza, non bisogna cedere alla tentazione dell'”anti”, ma, al contrario, orientati al “pro”, bisogna impegnarsi a costruire una forza che porti avanti un impianto ideale alternativo a quello del M5S, ma veicolato col linguaggio della nuova epoca, incentrato sulla promozione delle integrazioni, a partire dal processo di integrazione europea.

I reduci della vecchia epoca non servono. Le bandiere rosse vanno sostituite con le bandiere blustellate della UE, Oh bella ciao va sostituito con l’Inno alla Gioia.

Chi potrà rendersi protagonista della costruzione di questa forza? Potrà nascere dall’esperienza di +Europa? Possibile, ma piuttosto improbabile, specie se continuerà a identificarsi perlopiù nel partito dei Radicali Italiani, rancoroso partitino della vecchia epoca. Potrà nascere dalla nuova Leopolda renziana annunciata per il prossimo ottobre? Forse. Naturalmente, solo se finalmente si prenderà atto che tale nuova forza non può nascere da un rinnovato PD, ma oltre tutti i partiti della vecchia epoca, ovviamente PD compreso, anzi PD per primo. Potrà nascere in modo nuovo e inatteso? Possibile, probabile.

Fino a quando non avrà i natali questa nuova forza, il M5S giocherà la sua partita da solo e i reduci della vecchia epoca sfileranno con le loro bandiere, oppure riporranno la bandiera rossa nel cassetto per fare la rivoluzione insieme ai pentastellati, considerandoli in fondo come “compagni che sbagliano”.

Così, nel giorno in cui si celebra la liberazione, i militanti del M5S si dedicano a festeggiare il ricovero del Presidente Napolitano (loro lo chiamano Re Giorgio), augurandone la morte. Intanto in piazza, tra le bandiere rosse, tal Martina, per sua avventura diventato segretario del PD, caldeggia l’ipotesi di un governo PD-M5S. Se mai accadrà, Grillo e Casalleggio potranno ben dire “visto che avevamo ragione? Sono proprio pdioti”. Per la prima volta, non avrebbero tutti i torti.

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