La scommessa di +Europa

+Europa ha sciolto il nodo: correrà in coalizione col PD. Certo, la corsa in autonomia sarebbe stata più romantica e avrebbe consentito alla lista di Emma Bonino di rivolgersi più facilmente a un elettorato non circoscritto al centrosinistra, ma le partite, si sa, si giocano con le regole che ci sono e non con quelle che vorremmo che ci fossero e le regole di questa partita dicono che la corsa va fatta in coalizione, pena il dover spendere il novanta per cento del tempo e delle energie a rispondere all’obiezione del cosiddetto voto utile.

La coalizione c’è, il programma anche (sulla  base del “Piano industriale per l’Italia delle competenze” di Calenda e Bentivogli), ora bisogna mettere mano alla strategia di comunicazione.

Nel percepito dell’elettorato, la lista +Europa è tutt’ora assimilata tout court ai Radicali. Non sarebbe un male se il target della lista fossero gli elettori storici radicali. Diventerebbe una zavorra se si scegliesse di rivolgersi a un elettorato più ampio.

Come fare per rivolgersi a un elettorato più ampio?

Innanzitutto esso va identificato. Alle ultime politiche, il dieci per cento degli elettori scelse di non schierarsi col centrosinistra né col centrodestra né coi Cinquestelle e premiò la lista di Monti, Scelta Civica e, in misura minore la lista Fare, quella di Giannino per capirci. Certo, è passata un po’ di acqua sotto i ponti e a guidare il PD non c’è più Bersani, ma quell’elettorato continua a esistere. Si tratta di un elettorato che chiede scelte serie e sostenibili, sostanzialmente europeista, poco incline a schierarsi in un campo politico.

Alle ultime elezioni europee, il PD di Renzi conquistò oltre il quaranta per cento dei consensi. Fu un consenso fugace che non riuscì mai più a riconquistare. Ora il PD è attestato su venti punti percentuali in meno: c’è un venti per cento di elettorato che premiò il primo Renzi e se ne distaccò piuttosto rapidamente. Si tratta di un elettorato “ibrido”, disposto a valutare diverse proposte politiche, amante della concretezza, infastidito dall’essere etichettato e che certamente non ha gradito il continuo e goffo richiamo di Matteo Renzi a quanto fossero “di sinistra” le misure del suo governo.

Esiste in sostanza un elettorato molto ampio che rappresenta il venti per cento degli elettori italiani e include buona parte degli elettori di Scelta Civica del 2013. Si tratta di un elettorato sostanzialmente europeista, pragmatico, che richiede soluzioni sostenibili, molto poco incline alle etichette e alle battaglie ideologiche.

Per conquistare questo tipo di elettore, occorre fare leva su tre assi:

  • Stati Uniti d’Europa
  • Serietà, concretezza e sostenibilità delle proposte
  • Superamento dello schema destra-sinistra

Per quanto riguarda la vocazione europeista, +Europa dovrà rivendicarne la paternità, contenuta addirittura nel nome stesso della lista. Il tema non sarà poi così distintivo rispetto al PD, considerando il fatto che Renzi, intimorito dalla possibilità che la Bonino possa drenare consensi proprio al PD, con la velocità di un hoplà, è passato da “Europa si, ma non così” a fare suo lo slogan di +Europa, gli Stati Uniti d’Europa, appunto.

Per quanto attiene il secondo asse, la serietà, concretezza e sostenibilità delle proposte, è stata assai lungimirante la scelta di adottare a programma il piano di Calenda-Bentivogli, ma non basta. Occorre sgretolare nell’elettorato la percezione che la lista corrisponda ai radicali e, in fondo, l’identità e il programma siano riconducibili alle battaglie per i diritti civili. Certo che l’estensione dei diritti civili va rivendicata come parte identitaria della lista, ma va comunicata come fattore di emancipazione sociale, in modo aperto e non ideologico, mai come “crociata laica” e sempre mantenendo il seme del dubbio: le questioni etiche non riguardano il confronto tra il bene e il male, ma tra forme diverse di bene.

Il terzo asse, il superamento dello schema destra-sinistra, è assolutamente centrale. L’elettorato potenziale di +Europa, è stufo dei “cartelli contro”, è stufo di gente che vuole smacchiare i giaguari, è stufo di votare CONTRO qualcuno e desidera, finalmente, votare PER qualcosa. La missione di +Europa non è fermare l’ondata cosiddetta sovranista, è affermare un’area politica europeista, fondata sul valore della responsabilità individuale, oltre le etichette.

Se + Europa saprà collegare la propria vocazione europeista alla sostenibilità delle proprie proposte (comprese quelle riferire ai diritti civili), saprà mettere il valore della responsabilità individuale (quindi della fiducia nelle possibilità degli individui) al centro del proprio impianto ideale, saprà smarcarsi dallo steccato del centrosinistra (pur appartenendo alla coalizione elettorale), saprà fare il tifo a favore e mai contro, allora potrà rivolgersi in modo credibile a un elettorato molto ampio e potrà ottenere un risultato assai sorprendente.

Se invece non si scrollerà di dosso l’etichetta di “quelli dei diritti civili” e rivendicherà la sua appartenenza al centrosinistra come cartello antinazionalista, allora ben difficilmente uscirà dagli angusti e un po’ polverosi steccati degli elettori storici e degli amatori e ben difficilmente potrà ottenere un risultato significativo.

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