Questa storia del presunto scandalo dei Parlamentari nominati, ha ormai del ridicolo. Ricorda quella del “in Italia non si vota più”. In Italia si vota ogni cinque anni, ci se ne faccia una ragione. Le elezioni anticipate rappresentano un fallimento. Non a caso, il Capo dello Stato è costituzionalmente chiamato a fare il possibile per scongiurarle. Eppure negli ultimi due anni lo scandalo sembrava essere quello: non si vota!
Oggi la moda dei libellisti di professione vuole che si gridi alla vergogna dei nominati. I nominati sarebbero i candidati indicati dai partiti. Si sceglie tra candidati indicati dai partiti. La democrazia funziona così. Per ora. I cinquestelle sono i più indignati. Ma i candidati pentastellati da chi sono indicati? Dai cittadini! Tuonano loro. No, sono indicati dal loro partito, ora con decisioni autoritarie dall’alto, ora consultando i militanti. Non dai cosiddetti “cittadini”. E’ una balla colossale.
E’ normale che sia così. Qualcuno ricorda una legge elettorale che non prevedesse di scegliere tra candidati indicati dai partiti? Si, ma le preferenze! si urla. Le preferenze un tempo c’erano. Altri urlatori hanno voluto eliminarle indicandole come possibile strumento di controllo del voto. E in ogni caso le preferenze si esprimevano comunque tra candidati indicati dai partiti. O no?
La legge elettorale in approvazione ha oltretutto una larga parte di maggioritario che consente di scegliere tra diversi candidati (di diverse liste) collegati a uno specifico territorio i cui nomi sono scritti sulla scheda. La democrazia, a oggi, funziona così. Ma non va bene, si urla allo scandalo, alla vergogna, al colpo di stato, si minacciano marce su Roma.
I fascisti 2.0 del M5S pensano che la democrazia trionferà quando finalmente si potrà liberamente scegliere tra i candidati indicati dal loro movimento. Anzi da Grillo. Il partito unico insomma. Unico, ma “democratico”.