Di Maio e Pertini

In un’intervista recentemente pubblicata su Repubbluca, il 5stelle Di Maio ha dichiarato di ispirarsi a Sandro Pertini. Ovviamente si tratta di cosa più che legittima e anche lodevole. 

A me sfugge però quale possa essere la natura dell’ispirazione procurata dal Presidente Pertin. Questo riferimento riporta però alla mia mente l’insopportabile retorica che si fa sul ruolo del Presidente della Repubblica. Secondo questa retorica, gli ultimi Presidenti del Consiglio (incaricati dal Presidente della Repubblica) non sarebbero stati “eletti dal popolo”. Di questo è stato accusato il Presidente Napolitano reo, secondo Di Maio, di aver incaricato dei “non eletti” alla formazione del governo. Ovviamente, il meno eletto tra i non eletti, sempre secondo Di Maio & C, sarebbe Matteo Renzi. 

La Costituzione italiana (per Di Maio intoccabile) prevede che, a seguito di elezioni o di crisi del governo, il Capo dello Stato incarichi una “personalità” di costituire una maggioranza parlamentare intorno a un programma al fine di formare un governo. Come è noto, la Costituzione prevede che si voti ogni cinque anni, non a ogni sbraito di questa o quella forza politica. Così, il Capo dello Stato ha l’obbligo di scongiurare elezioni anticipate cercando nuove soluzioni di governo in caso di crisi. 

Questo hanno normalmente fatto tutti i Capi di Stato della nostra Repubblica. Questo ha normalmente fatto Napolitano. Eppure, per aver normalmente applicato la Costituzione, il Presidente Napolitano è stato soprannominato da Di Maio & C. Re Giorgio. 

E Pertini? Ha incaricato figure elette dal popolo? Spadolini era stato indicato dal popolo? Craxi era stato indicato dal popolo? E De Mita? La staffetta tra Craxi e De Mita fu decisa dalle segreterie dei Partiti e Pertini, molto comprensibilmente, ne prese atto e decise di conseguenza. Eppure Pertini, dai vari Di Maio, non viene chiamato Re Sandro. Come mai?

Nomi sparati a caso per colpire l’immaginazione degli elettori. La qualità della politica di De Maio & C. è ormai un baratro. Secondo i sondaggi, costoro sarebbero il primo partito, come fu primo partito il Partito Fascista: ignoranza, volgarità e cultura del contro la fanno da padroni. 

Una rinnovata qualità di una rinnovata politica può fermare l’avanzata del fascismo 2.0? Bisogna provarci. Per l’Italia del per. 

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